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Chi sono gli angeli?

Oggi la chiesa celebra la festa degli Arcangeli Michele, Gabriel e Raffaele. Chi sono gli angeli? Qual’è il loro ruolo nella salvezza dell’uomo, nel piano di Dio?

La parola “angelo” significa “messaggero”.

Sant’Agostino dice a loro riguardo: «La parola “angelo” designa l’ufficio, non la natura. Se si chiede il nome di questa natura, si risponde che è spirito; se si chiede l’ufficio, si risponde che è angelo: è spirito per quello che è, mentre per quello che compie è angelo». In tutto il loro essere, gli angeli sono servitori e messaggeri di Dio. Per il fatto che «vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli » (Mt 18,10), essi sono « potenti esecutori dei suoi comandi, pronti alla voce della sua parola» (Sal 103,20).

Giovanni Paolo II  ci spiega che:

1- Tutto ciò che appartiene alla creazione rientra, secondo la rivelazione, nel mistero della divina Provvidenza… abbraccia dunque anche il mondo dei puri spiriti, che ancor più pienamente degli uomini sono esseri razionali e liberi.

2-  La verità sugli angeli è in certo senso “collaterale”, eppure inseparabile dalla rivelazione centrale, che è l’esistenza, la maestà e la gloria del Creatore che rifulgono in tutta la creazione “visibile” e “invisibile” e nell’azione salvifica di Dio nella storia dell’uomo. Gli angeli non sono dunque creature di primo piano nella realtà della rivelazione, eppure vi appartengono pienamente, tanto che in alcuni momenti le vediamo adempiere compiti fondamentali a nome di Dio stesso.

3- Nella perfezione della loro natura spirituale gli angeli sono chiamati fin dall’inizio, in virtù della loro intelligenza, a conoscere la verità e ad amare il bene che conoscono nella verità in modo molto più pieno e perfetto di quanto non sia possibile all’uomo. Questo amore è l’atto di una volontà libera, per cui anche per gli angeli la libertà significa possibilità di operare una scelta a favore o contro il Bene che essi conoscono, cioè Dio stesso… Gli spiriti puri hanno una conoscenza di Dio incomparabilmente più perfetta dell’uomo, perché con la potenza del loro intelletto, non condizionato né limitato dalla mediazione della conoscenza sensibile, vedono fino in fondo la grandezza dell’Essere infinito, della prima Verità, del sommo Bene.

4- Il mondo degli spiriti puri appare diviso in buoni e cattivi. Ebbene, questa divisione non si è operata per creazione di Dio, ma in base alla libertà propria della natura spirituale di ciascuno di essi… La scelta operata sulla base della verità su Dio, conosciuta in forma superiore in base alla lucidità delle loro intelligenze, ha diviso anche il mondo dei puri spiriti in buoni e cattivi. I buoni hanno scelto Dio come Bene supremo e definitivo, conosciuto alla luce dell’intelletto illuminato dalla rivelazione. Avere scelto Dio significa che si sono rivolti a lui con tutta la forza interiore della loro libertà, forza che è amore… Gli altri invece hanno voltato le spalle a Dio contro la verità della conoscenza che indicava in lui il bene totale e definitivo. Hanno scelto contro la rivelazione del mistero di Dio, contro la sua grazia che li rendeva partecipi della Trinità e dell’eterna amicizia con Dio nella comunione con lui mediante l’amore.

5- Come comprendere una tale opposizione e ribellione a Dio in esseri dotati di così viva intelligenza e arricchiti di tanta luce? Padri della Chiesa e i teologi non esitano a parlare di “accecamento” prodotto dalla sopravvalutazione della perfezione del proprio essere, spinta fino al punto di velare la supremazia di Dio…  Dalla ribellione e dal peccato di Satana, come anche da quello dell’uomo, dobbiamo concludere accogliendo la saggia esperienza della Scrittura che afferma: “L’orgoglio è causa di rovina” (Tb 4, 13).

Cominciare a pregare

Ascolta in silenzio. Perché se il tuo cuore trabocca di mille cose, non puoi sentirvi la voce di Dio. Ma dal momento in cui comincerai ad ascoltare la voce di Dio nel tuo cuore pacificato, esso si riempirà di Dio. Questo chiede molti sacrifici. Se pensiamo, se vogliamo pregare, dobbiamo prepararci. Senza indugio. Si tratta qui soltanto delle prime tappe verso la preghiera. Se non le compiamo con determinazione, non giungeremo mai all’ultima tappa, che è cioè la presenza di Dio.
Per questo l’apprendistato della preghiera deve essere perfetto fin dall’inizio: ci mettiamo in ascolto della voce di Dio nel nostro cuore; e, nel silenzio del cuore, Dio comincia a parlare. Poi, dalla pienezza del cuore sale ciò che la bocca deve dire. Qui si opera il congiungimento. Nel silenzio del cuore, Dio parla e non hai nulla da fare se non ascoltarlo. Poi, quando il tuo cuore è entrato nella pienezza perché si trova pieno di Dio, pieno di amore, pieno di compassione, pieno di fede, spetta alla tua bocca pronunciarsi.
Ricorda, prima di parlare, che è necessario ascoltare e solo allora, dal fondo del tuo cuore illuminato, potrai parlare e Dio potrà ascoltarti. (Beata Teresa di Calcutta)

“Carissimi giovani, come i primi discepoli, seguite Gesù! Non abbiate paura di avvicinarvi a Lui, di varcare la soglia della sua casa, di parlare con Lui faccia a faccia, come ci s’intrattiene con un amico (Cfr. Es 33, 11). Non abbiate paura della «vita nuova» che Egli vi offre”. (Giovanni Paolo II)